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LONDRA - L’Inter non può sbagliare. Non può pensare di conquistare la qualificazione in un’altra partita. Luciano Spalletti alla vigilia della gara contro il Tottenham non ha fatto calcoli e non ha voluto sentire parlare della possibilità di passare il turno pareggiando il match.
Spalletti, cosa si aspetta dal Tottenham domani?
Ho sentito l’intervista di Pochettino e mi aspetto che loro provino a vincere le prossime due partite perché hanno la forza per vincere contro qualsiasi avversario. Sapevo che per qualificarci avremmo dovuto buttare di sotto una delle più grandi squadre del panorama europeo. Pochettino è uno dei migliori allenatori d’Europa e quando la sua squadra scende in campo si vede la sua mano, si vede che lui conosce il suo mestiere. E’ uno che a livello psicologico è forte e per questo dico che può succedere quello che dice lui, ma anche il contrario perché il mondo gira.
Cosa vorrebbe dire per lei qualificarsi agli ottavi?
Sono tantissimi anni che il mondo interista aspetta di giocare queste partite e quello che diventa fondamentale è vedere che noi siamo disposti a tutto per questo risultato. La possibilità di qualificarci è una cosa reale, ma la qualificazione è in ballo e ce la dobbiamo sudare. Abbiamo le possibilità di farcela visto il livello della mia squadra. Possiamo giocarcela contro qualsiasi avversario e poi in questa gara, sia per noi sia per loro, non c’è niente da nascondere. Sarà uno scontro a viso aperto.
Se buttasse fuori il Tottenham, a che punto penserebbe di essere in Europa nella costruzione della sua squadra e della mentalità?
Se buttassimo fuori il Tottenham per il futuro non sarebbe precluso niente. Vorrebbe dire aver eliminato una grande squadra e ci darebbe la convinzione di poter andare avanti negli scontri successivi, ma questa cosa è già nella mente dei nostri giocatori. Abbiamo una mentalità importante in tutti i componenti della rosa e anche chi non gioca tutte le partite ha voglia di misurarsi con gli altri negli allenamenti. Qui sono tutti titolari e questo è l’atteggiamento giusto su cui costruire.
Quella di domani può essere una partita per entrare nella storia dell’Inter?
Sì è una partita così, una di quelle che vogliamo andare a giocare. Si gioca in uno stadio che è un monumento europeo e le difficoltà ci sono, ma noi veniamo da San Siro e siamo abituati al calore che c’è durante la partita. A favore o contrario non fa differenza. Se non fossimo pronti, vuol dire che non saremmo pronti per giocare in una squadra importante come l’Inter. Per quello che ho visto, eccetto qualche momento in cui non siamo stati la stessa squadra, ormai ci siamo abituati a quel tipo di atteggiamento che hanno le squadre importanti per il modo di parlare e di lavorare. Vogliamo rimanere a questo livello e se mai anche migliorare.
Quali sono le difficoltà che affrontate in Champions e che non trovate difficoltà che in Italia non ci sono?
In Europa ti trovi in una competizione dove non sei da qualche anno. Se ci fossimo da più tempo, la vivremmo in maniera diversa. Non portando in fondo questo risultato potremmo non essere più padroni del nostro destino. Finora la nostra squadra l’abbiamo percorsa bene e vogliamo mantenere saldo in testa il posto dove vogliamo andare.
Con un pareggio sareste qualificati, ma conoscendo la sua mentalità…
Questa qualificazione è tutta da guadagnare. Non ci sono vantaggi. Ci sarà da sudare tutto quello che c’è dentro e sapevo che sarebbe stato così dopo il sorteggio che avevamo pagato tutto. Per quanto mi riguarda se c’è qualcuno che pensa minimamente che non sia fondamentale fare questo risultato domani sera, si trova nel posto sbagliato. Dobbiamo pensare che la qualificazione è dentro il risultato di domani sera. Tentare di portare a casa il risultato difendendosi al limite dell’area non paga contro avversarie così. Dovremo entrare in campo senza lasciare spazi e non facendo scatenare la loro velocità, ma dobbiamo fare la nostra partita. Non mi piace l’Inter che aspetta nella propria metà campo. Ci sto male sotto i piedi degli altri se mi vengono a calpestare. A volte di non si riesce a evitarlo, ma noi abbiamo sempre detto che vogliamo provare a fare la partita corretta, a giocare la palla costruendo una certa identità. Poi ci difenderemo se dobbiamo, ma la mentalità deve essere quella giusta.
L’ha sorpresa come il Tottenham ha maltrattato il Chelsea?
L’abbiamo vista tutti bene questa partita. Io l’ho vista e l’ho rivista, ma non è stato un maltrattamento così completo. All’inizio loro sono entrati fortissimo e al Chelsea non è riuscito il palleggio tipico di Sarri però eccetto quei primi 20’ dove hanno subito 2 gol e avrebbero potuto subirne un terzo, non è stato un massacro. Il Tottenham ha la sua forza, la sua convinzione, lo strappo sulle fasce, sa giocare bene al calcio sempre. Ma se riesci a fare le cose che a loro danno fastidio, se riesci a ribaltare lo scenario che si immaginano entrando in campo, si può avere uno scenario diverso rispetto a sabato sera. Penso che sia importante il blocco squadra nell’impatto della partita, è necessario un atteggiamento convinto delle nostre caratteristiche perché sennò se gestiscono il pallino, potrebbe essere difficile per chiunque, come per il Chelsea.
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