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ROMA - Quel giorno il Polpo andò di traverso a Sir Alex. Un’insalata di mare avvelenatissima. Primavera avanzata del 2012: Paul Pogba aveva scelto la Juve. Aggravante: a parametro zero. Spiegazione: un bagno turco per Ferguson che di solito non li perdeva, ma li acquisiva. E se anche fosse accaduto, mai con una fuga dai Red Devils per una scelta strategica, di vita, di chissà cosa. Per la prima volta o quasi nella storia del club, Ferguson scrisse a Paul sul sito dello United, invitandolo a cambiare idea. Nulla. Il Polpo aveva scelto. E se pensiamo che per riportarlo a casa, prelevandolo proprio dalla Juve, gli amici di Manchester hanno sborsato 105 milioni (più 5 di bonus) quando avevano il cartellino in mano sarebbe come... Sarebbe come se fossi proprietario di attico e super attico su via Condotti, magari un’eredità di famiglia, qualcuno te lo porta via e per riprendertelo devi versare la modica cifra di cinque milioni. Un mezzo suicidio, facciamo tre quarti. Non sappiamo se Pogba stasera penserà a queste cose entrando allo Stadium, di sicuro il tempo si fermerà almeno per un minuto. Nella sua testa, si chiamano sentimenti, perché questa non è - non sarà - una semplice e banale storia di calciomercato. Corriere dello Sport.
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