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ROMA - C’ è un confine, molto sottile, tra incedibilità e adeguamento contrattuale. Come se fosse una cartina geografica, quella di Miralem Pjanic. E parallelamente della Juve. Questa è una storia semplicissima: fino a quando non verrà messa la parola fine con un autografo che vale il prolungamento, è giusto restare allertati. Senza ansia, ma con quel sano realismo che appartiene alle entusiasmanti storie di calciomercato.
RIEPILOGANDO - La finestra estiva in Inghilterra chiude dopodomani, non tra un mese. Sussurri, soltanto sussurri, fin qui per Miralem. Il suo nuovo agente Ramadani lo ha proposto al Chelsea, senza riscontri. Poi al Manchester City, ma Guardiola ha spento. Con convinzione o per depistare, lo scopriremo presto. Pep voleva Jorginho, ma ha incassato il clamoroso sorpasso Blues e si è - almeno apparentemente - arreso. Altre cose inglesi non sono state fin qui considerate, anche perché ci vuole l’appeal, non soltanto un ricco contratto, per convincere la Juve e il diretto interessato ad avviare una negoziazione. La richiesta bianconera, mai certificata con una dichiarazione ufficiale, parte da un presupposto. Lo stesso da almeno un mese: per avviare qualsiasi discorso in uscita serve la tripla cifra, quindi un centinaio di milioni. Corriere dello Sport.
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