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ROMA - È troppo diverso da prima per sembrare Sergej Milinkovic. Prova a fare quello che gli riusciva. I suoi lanci dischiudevano orizzonti. I suoi gol bucavano le porte, per la Lazio erano una proiezione d’infinito in quanto a traguardi. Il Sergente, il Milinkovic di oggi, è stato degradato anche dai tifosi laziali. Lo striscione offensivo srotolato sabato sera su Corso Francia, dopo Lazio-Samp, di cui non riportiamo la frase per la pesantezza dell’insulto, ha segnato la rottura. Milinkovic è nel mirino della Curva da dieci giorni. Il primo attacco era stato lanciato dopo il match di Verona: «I nostri striscioni di inizio anno (“Finti talenti solo a caccia di contanti”, ndr) erano preventivi e futuribili. Sembra che ci facciano un favore a giocare. Sergej contro il Chievo ha avuto un atteggiamento indisponente, come se lo facesse apposta», queste parole erano state espresse dagli ultras all’inizio della scorsa settimana. Alla Nord non è bastato l’impegno di sabato sera, se ne sono infischiati dei chilometri percorsi da Sergej (12), delle volte in cui è andato a duello, è rimasta negli occhi solo l’occasionissima sprecata di testa (incornata sbilenca a porta spalancata). Non è l’unico dettaglio che li ha fatti infuriare. Corriere dello Sport.
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