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MILANO - Progetto difesa di ferro. E’ difficile trovare una definizione più eloquente nel momento in cui riesci ad aggiungere ad una coppia del valore di quella formata Skriniar e De Vrij uno come Godin, con il contratto in scadenza. E l’Inter è davvero ad un passo dal realizzare questo progetto. Già perché nonostante il sit-in dei tifosi di domenica scorsa, prima di Atletico Madrid-Levante, e le dichiarazioni di Simeone post-partita («Non vedo un Atletico senza di lui»), non c’è stato alcun passo indietro da parte del centrale uruguayano. Ha detto di sì all’Inter e non cambierà idea. Non a caso proprio il Cholo, ieri, alla vigilia del match con il Girona, ha prontamente corretto il tiro: «Il club sta lavorando in conseguenza delle necessità del club e di ciò di cui ha bisogno la squadra. Mi sono già espresso sull'importanza che ha Godin per noi». Se non sono parole di rassegnazione, poco ci manca.
DIFFERENZA - E il riferimento alle scelte della società non è casuale. La rottura con quello che è ancora il capitano dei “Colchoneros” nasce proprio dalla mancanza di disponibilità di andare incontro alle sue richieste. Sul tavolo, infatti, è rimasta la proposta di un contratto annuale, senza alcuna eccezione, quindi, alla regola che prevede rinnovi della minima durata per i giocatori che hanno già superato i trent’anni, e Godin ne compirà 33 il prossimo 16 gennaio. L’offerta nerazzurra, invece, è un biennale con opzione per una terza stagione, con ingaggio attorno ai 5 milioni per la base fissa, con annessi bonus per farlo arrivare a 6. Manca la firma, ma quella, come da prassi, arriverà solo dopo le visite mediche. Tuttavia, il difensore uruguayano ha dato la sua parola e, anche da chi gli sta attorno, arriva la garanzia che la rispetterà senza il minimo dubbio.
L'Inter si allena per la ripresa del campionato
DA BLINDARE - Insomma, come ha fatto capire in modo chiaro Spalletti, l’ingaggio di Godin non nasce dall’intenzione di cedere Skriniar. Al contrario, come premesso, il piano è quello di potenziare ulteriormente il reparto, facendo ruotare 3 centrali del genere e, all’occorrenza, schierarli tutti e 3. «Nessuno ha i soldi per comprare Skriniar», ha affermato il tecnico nerazzurro. Ecco, se un altro club bussasse in corso Vittorio Emanuele, con un assegno da almeno un centinaio di milioni, allora qualcuno potrebbe vacillare. Ma si valuterà solo nel momento in cui dovesse effettivamente accadere. Nel frattempo, piuttosto, si cercherà di raggiungere un’intesa per il rinnovo di contratto dello slovacco, con le parti che si sono date appuntamento alla fine del mercato per limare le distanze. Corriere dello Sport.
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