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Marco Giampaolo è circondato, avvilito, praticamente condannato. Dicono che domani sera in casa del Genoa si giocherà la panchina, ma forse se l’è già giocata. Il Milan ha una lista ristretta che ha perso il numero uno: Luciano Spalletti. Dai contatti sotterranei, alla speranza di convincerlo. Ma quella speranza è un ricordo, granelli di sabbia che si frantumano. E’ no, definitivo, irrevocabile, coerente. Se fosse un film, sarebbe il Grande Rifiuto. Siccome non è soltanto un film, ma strettissima attualità rossonera, bisogna memorizzare e togliere il petalo più prezioso da una rosa di nomi. E di spine, oggi, per chi ha a cuore le sorti rossonere.
Spalletti, quelle parole
Che Lucio non avesse troppa voglia era stato certificato da alcune dichiarazioni rilasciate a Top Calcio 24, roba recente. «Io al Milan? Che c’azzecco, ho un contratto con l’Inter. Lasciate lavorare Giampaolo, è l’astro nascente del calcio italiano. Sono fuori perché mi hanno fatto fuori. Dovreste venire con me a raccogliere un po’ d’uva, avreste più calli nelle mani...». Tagliente, diretto, ironico (eufemismo), senza sconti. Anzi, una sola parola da mantenere: restare alla finestra, quasi come se il bonifico mensile - ottimo e abbondante - fosse una vendetta nei riguardi di chi gli aveva assicurato profondità di rapporti. Invece, tanti saluti.
Cds
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