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Cagliari, Despodov si presenta: «Mi manda Stoichkov»

Redazione

CAGLIARI – “Sono felicissimo di essere qui. Ho sempre seguito il campionato di Serie A, giocarci è sempre stato il mio sogno”. Queste le prime parole di Kiril Despodov, nuovo acquisto dei rossoblù. “Conosco il...

CAGLIARI - “Sono felicissimo di essere qui. Ho sempre seguito il campionato di Serie A, giocarci è sempre stato il mio sogno". Queste le prime parole di Kiril Despodov, nuovo acquisto dei rossoblù. "Conosco il Cagliari - spiega l'attaccante bulgaro - è un club di grande tradizione, la squadra è ottima e i tifosi sono molto caldi. Quando me l'hanno proposto, ho detto subito di sì, senza stare a pensarci un attimo. Mi aspetta una bella sfida che voglio vincere. Ai tifosi posso dire che darò il massimo per la maglia, lascerò il cuore sul campo e spero che insieme ci toglieremo tante soddisfazioni. Il mio stile di gioco? Sono un attaccante veloce, calcio con entrambi i piedi, e ho anche segnato qualche gol di testa, nonostante questa non sia proprio la mia specialità. Mi piace provare l'uno contro l'uno, cerco la porta ma non sono egoista, gioco per la squadra".

AMBIENTAMENTO - "Calcio italiano? So quanto sia difficile - ammette -, farò il possibile per ambientarmi in fretta: dovrò lavorare molto sul campo per adattarmi al gioco della squadra. Come mi trovo con i nuovi compagni? Sono qui da due giorni, posso dire di essermi subito calato nel nuovo ambiente. Conoscevo il talento di Srna e Pavoletti, nei primi allenamenti ho ammirato la tecnica di tutti gli altri e la grande preparazione fisico-atletica. Sono contento di fare parte di questo gruppo, spero di imparare presto l'italiano in modo da comunicare con tutti più rapidamente”. Il bulgaro indosserà la maglia numero 32: "L'ho chiesto perché ce l'ho avuto sin da ragazzino. È un numero che mi ha portato fortuna, con questo ho segnato tanti gol e voglio continuare a farne tanti altri con la maglia del Cagliari. Stoichkov? È stato l'allenatore che mi ha lanciato nel calcio professionistico, per me è stato un orgoglio lavorare con un grande campione, un motivatore eccezionale. Mi ripeteva sempre che niente è impossibile. Grazie a lui ho avuto l'opportunità di crescere e arrivare in alto - conclude -”. Corriere dello Sport.