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ROMA - Natale a casa Inzaghi, anzi Santo Stefano al Dall’Ara, perché davanti all’albero nel salotto di San Nicolò, a sei chilometri da Piacenza e quattro da Rottofreno, papà Giancarlo e mamma Marina stasera si ritroveranno soli come due fidanzatini. Atmosfera romantica, niente figli e nipoti. Domani Pippo porterà il Bologna in ritiro, Simone si metterà in viaggio con la Lazio dalla stazione Termini. Il primo Boxing Day del campionato italiano ha prodotto novità e partorito, figlio del calendario, un evento storico. Mai visti due fratelli in panchina a togliersi punti vitali, uno in corsa per la Champions e l’altro per salvarsi e con l’incubo esonero da allontanare. Mica solo una festa. Roba da sentirsi male, ancora peggio per i genitori. E’ piena di confronti la storia del calcio, anche tra i due ex centravanti di Piacenza, accoppiati in azzurro dal ct Zoff nel marzo Duemila, un paio di mesi prima che si giocassero lo scudetto. Pippo lo perse con la Juve sotto il diluvio di Perugia mentre Simone lo stava festeggiando negli spogliatoi dell’Olimpico con la Lazio. Ora è un’altra storia, non ci sono precedenti. L’unico non fa testo, categoria Allievi, torneo Arco di Trento. Era il 16 marzo 2013 e la Lazio di Simone riuscì a battere il Milan di Pippo, 2-0 con doppietta di Tounkara. All’epoca papà Giancarlo poteva solo sperare e augurarsi di rivederli, uno contro l’altro, in Serie A. Sono passati cinque anni. Quando erano bambini, li aveva tirati su a pane e calcio. «Ero vicepresidente del San Nicolò, avevo giocato nella Libertas, fermandomi presto. A 16 anni, il mio allenatore mi disse. “Devo darti un consiglio... Meglio se cambi sport”. La passione, però, è rimasta. E l’ho trasmessa a Filippo e Simone. Li portavo allo stadio a vedere il Piacenza. Pippo aveva 9 anni e Simone 6, venivano anche con la neve, li imbacuccavo e li portavo al Garilli. Il loro idolo era Cornacchini, ha giocato con il Milan, oggi ancora allena. Lo aspettavano per le foto, quel Piacenza era in C1. Ai miei figli non ho mai fatto un regalo che non fosse un pallone. Volevano solo il pallone. Giocavano a casa e dai nonni. Spaccavano vasi e vetri, si divertivano in cortile o in mansarda».
Ci racconta il torneo dei bar a Ferriere.
«Pippo una volta mi disse. “Non gioco più con la squadra della tabaccheria, ma con quella dei bar. Mi pagano due pizze”. Lui pretendeva che nei tornei ci fosse Simone nella sua squadra. Capitò a Pertuso. Avevano 15 e 12 anni. Vincevano con i più grandi. Si trovarono con Gianni Scaglia, il mio amico e inseparabile compagno d’avventure a funghi, giocava nel Ferriere in terza categoria».
Il Santo Stefano degli Inzaghi al Dall’Ara. Chi lo avrebbe mai detto?
«Assolutamente no, era impensabile. E’ bellissimo, credo non sia mai successo nel nostro campionato. Resterà un ricordo indimenticabile per tutta la vita. Quando vedo scendere in campo Lazio e Bologna, con loro due in panchina, mi viene un’emozione fortissima. Di solito mi tappo nella mia camera. Serrande abbassate, buio totale, un bicchere di bargnolino. In completa solitudine, faccio un tifo infernale. Mia moglie li vede attraverso un altro televisore, al piano di sopra».
Mercoledì come si fa? Cuore diviso?
«Tifare assolutamente no. E come faccio? Sarà dura. Non so cosa pensare. Per Simone e la Lazio sarebbe una vittoria importante dopo aver ripreso il quarto posto, per Pippo e il Bologna vincere sarebbe stra-importante. Per questo motivo non volevo andare allo stadio. Vi dico una cosa. Io e mia moglie Marina saremo al Dall’Ara. Mi ha convinto Filippo. “Papà, dovete venire per forza, può essere l’unica volta che capita. E poi vi fermate a cena”. Simone non potrà trattenersi a Bologna. Ripartirà subito per Roma con la Lazio, sabato c’è un altro turno di campionato».
Certo stasera vigilia di Natale senza Pippo e Simone a tavola nella vostra casa di San Nicolò.
«E’ un po’ strano, è il primo Natale della nostra vita che non facciamo tutti insieme in famiglia. Mi dispiace, ma non si può farne a meno, devono lavorare, meglio e giusto così. Io e Marina non avremo nessuno a casa, ma la prossima settimana scenderemo a Roma, non mancano le occasioni per stare insieme. E poi la famiglia si riunirà allo stadio. Angela, la fidanzata di Pippo, non perde una partita del Bologna. E’ sempre al Dall’Ara. Forse dovrebbero salire anche Gaia, la moglie di Simone, e Lorenzo. Capodanno? Andranno tutti alle Maldive. Filippo e Simone partiranno insieme, stesso volo, villaggi diversi». Corriere dello Sport.
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