Popovic era pronto a firmare con il Milan, poi l’intuizione del Napoli: il retroscena – Sky

Il quarto acquisto del calciomercato invernale azzurro è prossimo all'annuncio: Matija Popovic vestirà la maglia del Napoli, ma soltanto a partire da giugno. Il motivo? Lo slot mancante in rosa per tesserare un calciatore extracomunitario. Pertanto, una volta concluse domattina le visite mediche "di rito", il talento serbo si trasferirà in prestito secco, semestrale, al Frosinone di Eusebio Di Francesco, assieme al neocompagno di squadra Alessio Zerbin.

Una trattativa - all'apparenza - lampo, con la sola intromissione fallimentare del Bayern Monaco, ed invece, stando a quanto rileva Gianluca Di Marzio sul proprio sito ufficiale, parte del merito riguardo l'innesto del gioiello di origini tedesche da parte di De Laurentiis e soci è dei rivali del Milan.

Popovic "bloccato in albergo a Milano": la ricostruzione della trattativa

Di seguito quanto dichiarato:

"Una nuova lingua e un nuovo stile di gioco per il classe 2006, che parla solo il serbo. In campo, però, sa farsi capire bene. E, a dirla tutta, un po' di italiano ha iniziato a impararlo, in questi giorni tra Milano e Roma. Sì, perché Popovic era atterrato a Malpensa, accompagnato dalla famiglia, il 9 gennaio, pronto a firmare con il Milan. I rossoneri, infatti, avevano raggiunto una base di intesa con lui già ad inizio dicembre, mancavano alcuni dettagli prima di procedere alle visite e all'annuncio ufficiale. Invece, l'affare è saltato.

Popovic, quindi, è rimasto "bloccato in albergo a Milano". Trama ricorrente nelle più incredibili storie di mercato. Prima di lui, Samardzic, Spinazzola, Maxi Lopez e così via. Qui nasce l'intuizione: un'operazione in sinergiatra il Napoli - convinto di puntare su di lui, ma senza slot da extracomunitario spendibile in questa stagione - e il Frosinone, che di slot ne ha e proverà a valorizzarlo nei prossimi mesi. "E' un grande talento, per lui pagheremmo volentieri il conto salato dell'albergo", scherzava a Sky Sport il direttore dei gialloblù, Guido Angelozzi".

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