Caso D'Onofrio, è bufera sull'Aia: l'arresto del procuratore capo dell'Associazione Italiana Arbitri, per spaccio internazionale di droga: Gravina vuole vederci chiaro. Oggi si riunisce la commissione
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Caso D’Onofrio, AIA a rischio commissariamento. Gravina: “Sono sconcertato”
Ipotesi commissariamento per l'Aia, travolta dal caso D'Onofrio: l'arresto del procuratore capo con la pesantissima accusa di traffico internazionale di droga
Caso D'Onofrio, l'Aia si costituirà come parte lesa ma c'è da fare chiarezza sullo scandalo - l'ennesimo - che ha travolto il calcio italiano. L'accusa è tra le più infamanti: traffico internazionale di stupefacenti. Gravina si è detto sconcertato per l'accaduto e vuole vederci chiaro: non ci sta a far passare tutto in cavalleria, e d'altronde sarebbe impossibile derubricare la questione a semplice incidente di percorso. Restano tanti, troppi punti oscuri nella vicenda legata all'arresto di D'Onofrio, che era già agli arresti domiciliari e che in passato vantava anche la falsa dichiarazione di una laurea mai conseguita. Una carriera non certo specchiata, per l'ex procuratore capo dell'Aia. A soffiare sul fuoco, l'ex arbitro Piero Giacomelli che in un'intervista a La Repubblica ha attaccato duramente D'Onofrio. L'ex arbitro fu sospeso e poi dismesso dall'AIA per un’irregolarità nei rimborsi spese da 71,40 euro. Secondo l’arbitro di Trieste sarebbe stato proprio D’Onofrio a decidere per la sua estromissione ed ha rivelato come i vertici arbitrali, ovvero il presidente Trentalange ed il designatore di Serie A e B Gianluca Rocchi, sapessero delle decisioni di D’Onofrio, ma non hanno mai mosso un dito. Inoltre, Giacomelli racconta come le decisioni di D'Onofrio andassero ad indirizzare le carriere degli arbitri, decidendone i meriti "a tavolino". L'AIA attende di conoscere il suo destino.
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