L'indagine - fa sapere l'ANSA - ha consentito di individuare 6mila utenti privati (a cui saranno comminate sanzioni tra 150 e 5mila euro) i quali pagavano versando il denaro su conti italiani ed esteri. Duemila di questi avrebbero invece pagato i servizi in criptovaluta, confluita su 64 wallet digitali ora bloccati.
Complessivamente nel corso dell'indagine della Guardia di Finanza che ha portato a smantellare una centrale per la diffusione pirata di contenuti tv in streaming - conclude l'ANSA - sono stati identificati 46 siti web: 19 inibiti nel corso delle indagini, altri 27 oggi tra cui anche il "sito madre", cioè il link che, mediante un complesso sistema di re-indirizzamento, portava gli utenti a un nuovo indirizzo web quando la pagina originale non era più esistente in rete".
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