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Michele incontra l’idolo Gattuso: “Vi racconto un uomo unico, io rinato grazie a lui”

Celeste Maione

Un tifoso malato di sclerosi multipla incontra l'idolo di sempre: una storia straordinaria che merita di essere raccontata

"Io ho realizzato il mio sogno". Questa è la frase che tutti gli esseri umani vorrebbero pronunciare, ma sono pochi quelli che hanno avuto la fortuna di vivere  un simile privilegio. Parlo del privilegio di trascorrere una giornata davvero fuori dal comune. Finalmente ce l'ho fatta, dopo nove lunghi mesi, ce l'ho fatta. Ho "partorito" questa gioia immensa. Dico partorito perché il 9 novembre del 2021 sono rinato.

"Ho realizzato il mio sogno, incontrare un grande uomo: Rino Gattuso"

Il motivo? Semplice, ho toccato con mano il cuore e la nobiltà d'animo di un uomo fuori dal comune: mister Rino Gattuso. Il 16 febbraio del 2021 ho avuto il mio primo contatto con Ringhio, che definisco senza alcuna riserva il mio mentore. Un uomo che ha fatto dell'umiltà e della tenacia le basi per guadagnare il tetto del mondo. Mi era stato detto: "Michele, fai un video. Possiamo farlo recapitare al mister".

"Michele fai un video, possiamo farlo recapitare al mister..."

"Parlagli di te, raccontagli la tua storia, la tua battaglia". E pensare che quella sera non stavo nemmeno tanto bene: è dal 2006 che mi sto curando per tenere a bada la sclerosi multipla. Eppure trovai in me la forza, balzai fuori dal letto e cominciai a viaggiare con la fantasia. Potete solo immaginare le sensazioni e le emozioni che stavo provando: io, tifoso del Milan, io che ho sempre indossato la numero 8, io che ho sempre avuto Gattuso come idolo. Dovevo incontrare Rino ma il Covid e un periodo non troppo esaltante del Napoli ha fatto slittare tutto.

"Ho sempre indossato la numero 8, sei il mio idolo nel calcio e nella vita"

Poi però il mio sogno si è realizzato. Devo ringraziare chi ha avuto la pazienza di sopportarmi per tanto tempo, una donna dal cuore enorme una professionista esemplare... L'attesa è stata ripagata alla grande! Arrivata la chiamata non ho trattenuto la gioia. Credetemi, Rino è un uomo dal cuore d'oro. Mi ha accolto nel suo mondo come si fa con un parente, con un fratello, con un vecchio amico. Mi ha parlato come fossi un suo vecchio amico, stento a crederci. Ho vissuto emozioni irripetibili. Non è semplice la mia vita, ma quello che ho provato non si può descrivere. Anche io devo aiutare gli altri e donare un sorriso a chi è meno fortunato di me. Grazie di cuore Rino, grazie di cuore amico mio. Sono veramente pochi gli uomini che lasciano un segno oltre il pallone. Oltre il calcio, oltre i colori.

Per sempre tuo, Michele Fokaccia (come mi hai chiamato amichevolmente tu) Chiariello.